mercoledì 26 maggio 2010

Nasce Usb: le lotte dei sindacati di base si connettono in una rete confederale

La prima volta dell'Unione Sindacale di Base. Assemblea costituente oggi al Teatro Capranica di Roma

Farbizio Salvadori
"Connetti le tue lotte" è lo slogan che caratterizza la nascita di Usb, il sindacato di base che oggi ha indetto al cine-teatro Capranica, a Roma, una mega-assemblea nazionale. Una uscita in grande stile per segnare la fine di un'epoca, quella della concertazione, e l'inizio di una nuova, «la complicità», come la definisce Paolo Leopardi, chiamato assieme a Fabrizio Tomaselli, a varare la nuova organizzazione sindacale.
Usb sta per Unione Sindacale di Base e raccoglie, manco a dirlo, l'esperienza del sindacalismo di base di Rdb e Sdl (più alcuni pezzi della Cub ed altri sindacati di settore tipo lo Snater, e altre sigle come lo Slai-Cobas), così come è andato svolgendosi dalla fine degli anni '90 ad oggi. Un patrimonio ricco e pieno di spunti positivi che lo stesso Tomaselli definisce come l‘unico possibile in un momento in cui «sta crescendo il bisogno di sindacato».
Centinaia di delegati si riuniranno per dare vita al «sindacato che serve ai lavoratori», un'organizzazione generale, indipendente e conflittuale, diffusa soprattutto nel pubblico impiego e nei trasporti e in tutto il territorio nazionale, che intende costruire l'alternativa concreta, radicata e di massa, a Cgil, Cisl e Uil. La novità è che Usb avrà anche una struttura confederale articolata sul territorio nazionale, regionale e provinciale. Non chiamateli più sindacati corporativi, quindi. Il tentativo, infatti, è quello di cominciare a rappresentare tutto ciò che non è possibile inquadrare in una categoria: ovvero precari, giovani, donne, disoccupati, senza-casa, cittadini, migranti e pensionati. Le categorie tradizionali verranno organizzate in due macro-aree intercategoriali (il settore pubblico e il settore privato). L'altro elemento di forte caratterizzazione è la democrazia, sia all'interno, secondo la formula "una testa un voto", sia all'esterno attraverso il principio del pronunciamento "prima, durante e dopo" gli accordi contrattuali. E l'indipendenza dai governi, dai padroni, dai partiti? «Non indifferente alla politica risponde Tomaselli - ma capace di definire le proprie scelte politico/sindacali sulla base di una vera autonomia, libero di poter contrastare le scelte di qualsiasi governo e di qualsiasi forza politica laddove esse siano in contrasto con le esigenze reali del mondo del lavoro».
Per ora è quasi impossibile parlare di numeri. Ma entrambi i portavoce ci assicurano che l'esperienza del sindacato di base proprio in questi ultimi mesi sta crescendo in quantità e in qualità. Si avvicinano, indifferentemente, i "delusi" da Cgil e Cisl ma anche i giovani, quelli che il sindacato l'hanno letto nei libri di storia. Molte nuove adesioni negli enti locali, per esempio, dove il "patto di stabilità" sta stritolando servizi e lavoratori, ma anche nella sanità. Il resto arriverà quando il segretario della Cgil Guglielmo Epifani e quello della Cisl Raffaele Bonanni finiranno di condurre in porto l'ingombrante nave dell'"accordo separato" del 2009. La frattura che si produrrà non sarà più politica, tra chi ci sta e chi non, ma tra due diversi modi di intendere il sindacato: l'organizzazione dei "clientes", ovvero di chi paga per avere un servizio, e l'organizzazione dei lavoratori. Paolo Leopardi annuncia battaglie già a partire da giugno; date che verranno ufficializzate proprio oggi nel corso dell'assemblea nazionale. E tanto per chiarire le idee su che tipo di sindacato l'Usb è pronto a mettere in campo, le prime iniziative saranno proprio su diritto di sciopero e rappresentanza. «Il nostro modello è diverso da quello della stessa Fiom - aggiunge Leopardi - perché il nostro obiettivo è quello di ridurre al minimo la delega».
«Alla fine di questo percorso - dichiara Tomaselli - avremo una struttura verticale ed orizzontale. Verticale nella fase organizzativa e negoziale, orizzontale nel confronto e nella preparazione delle piattaforme». «Abbiamo in mente di sviluppare nuove forme di rappresentanza - dichiara Tomaselli - perché oggi c'è sempre più bisogno di un sindacato di base alternativo a Cgil, Cisl e Uil». I rapporti con gli altri sindacati di base?
Per il momento nel percorso organizzativo non rientrano le altre sigle, tipo Cobas e Cub. Ma il dialogo c'è. Tanto che alcuni appuntamenti saranno in comune. Scarso, invece, il dialogo con chi in Cgil sta organizzando l'opposizione alla linea della maggioranza. «Se fossimo convinti della validità dello scontro in Cgil non ci sarebbe il sindacato di base», taglia corto Tomaselli.
Chi pensa di vedere ancora il "sindacato del No" sbaglia. Usb vuole passare dalla contestazione alla proposta. O meglio, fare quello che hanno sempre fatto i sindacati di base, trattare quando le condizioni lo permettevano e la conclusione positiva per i lavoratori era in vista. «Una delle sfide - conclude Tomaselli - è proprio la cultura leghista imperante, anche tra i lavoratori. Se il sindacato riesce a trasformare queste tensioni individualiste in un conflitto che porta risultati per i lavoratori allora la musica comincia a cambiare».

Liberazione 23/05/2010, pag 4

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